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"Panorama economico mezz’estate": il Sud come occasione di crescita per il Paese

"Panorama economico mezz’estate": il Sud come occasione di crescita per il Paese

Secondo il Rapporto “Panorama economico di mezz’estate del Mezzogiorno” pubblicato da SRM - Centro Studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo - Mare, Energia, Turismo e Ambiente (META) rappresentano i quattro assi portanti per la ripresa del Mezzogiorno. Il rafforzamento di questi ambiti, favorito dallo stanziamento dei fondi europei del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), costituisce la strada maestra per favorire la ripartenza del Sud Italia e dell’intero Paese.

Il PNRR assegna al Sud circa €82 miliardi che dovranno essere spesi in modo efficiente. Per raggiungere gli obiettivi prefissati è opportuno concentrare l’attenzione sui settori come formazione, sostenibilità, innovazione, digitalizzazione ed economia sociale che rappresentano le leve fondamentali per lo sviluppo.

In questi settori il Mezzogiorno evidenzia importanti aree di miglioramento e sfidanti obiettivi di crescita.

Lo studio fornisce una nuova vision del Mezzogiorno innovativa e propositiva, evidenziando numeri inaspettati sulla realtà economica e produttiva meridionale e fornendo spunti di riflessione ed indirizzi per la ripartenza del Paese.

Il Mezzogiorno contiene tutti gli elementi per fare META (Mare, Energia, Turismo, Ambiente):

  • MARE

I porti, la logistica e lo shipping sono gli elementi che muovono l’economia del mare e che possono favorire la competitività del Paese nel Mediterraneo, in particolare se si confermeranno i processi di reshoring, cioè l’accorciamento delle catene produttive all’interno dell’area euro-mediterranea.

Gli scali del Sud rappresentano ad oggi il 47% del traffico nazionale di merci e le navi trasportano il 65% ed il 49% rispettivamente dell’import e dell’export delle industrie del territorio.

  • ENERGIA

Dal punto di vista dell’energia l’Italia diventa una protagonista nelle rinnovabili grazie al Sud dove si concentra il 40,2% delle energie pulite del nostro Paese.

Il Mezzogiorno vale il 37,4% della potenza fotovoltaica, il 96,5% della potenza eolica ed il 27,2% della potenza degli impianti a bioenergie.

  • TURISMO

Secondo le analisi di SRM che riguardano il turismo, nell’anno della pandemia il Mezzogiorno ha rappresentato circa un quarto dei flussi turistici nazionali con oltre 10,7 milioni di arrivi e 40,6 milioni di presenze. Le stime per il 2021 evidenziano una crescita della domanda turistica pari a circa 58,3 milioni di presenze.

  • AMBIENTE

Andando ad analizzare ambiente e sostenibilità, la bioeconomia nel Mezzogiorno vale 23,6 miliardi di euro di Valore aggiunto, il 6,7% del totale economia dell’area (6,4% in Italia) ed il 23,6% del dato nazionale.

Gli addetti a produzioni bio sono oltre 732mila, pari al 10,7% degli occupati complessivi meridionali (circa 3 p.p. in più rispetto alla media italiana 7,9%) ed a ben il 36,4% del dato nazionale.

Clicca qui per scaricare la versione integrale del rapporto “Panorama economico di mezz’estate del Mezzogiorno” 

Highlights dello studio “Panorama economico di mezz’estate del Mezzogiorno”

Qui di seguito una sintesi dei punti più importanti del rapporto PANORAMA ECONOMICO MEZZ’ESTATE 2021 realizzato da SRM, il Centro Studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo.

  • Cresce il numero delle imprese: i dati registrano, a giugno, un +1,8% rispetto al 2020 (+0,9% il dato Italia); inoltre, sono attive 174.474 imprese giovanili, quasi il 40,4% del dato nazionale. Il Mezzogiorno è l’area con il più elevato tasso di imprenditorialità giovanile (10%, in Italia 8,4%)
  • Riparte l’export: si evidenzia, al I trimestre dell’anno, un +1,6% (media Italia +4,6%)
  • Su un campione di 300 imprese manifatturiere del Sud intervistate da SRM, il 34% dichiara di aver effettuato investimenti nell’ultimo triennio con forte propensione (circa il 50% degli investimenti) all’innovazione ed alla sostenibilità
  • Cresce inoltre l’attesa per il PNRR: il 54% delle imprese, sia nel Mezzogiorno che in Italia, intravede opportunità e possibili vantaggi indiretti per la propria azienda e un ulteriore 31% si dichiara pronta a cogliere direttamente i vantaggi che il Piano offrirà
  • Nel Mezzogiorno vi sono oltre 15.000 imprese “innovative”, il 17% del dato nazionale. Rispetto al 2014, il numero delle imprese innovative cresce di circa il 52% a fronte del 34% della media nazionale e la spesa per addetto è aumentata di 1.800 euro (media Italia +2.800 euro)
  • Anche nel Sud la grande impresa è presente e potrà rivelarsi elemento di traino per i necessari processi di transizione produttiva e tecnologica. L’indagine effettuata sul territorio ha mostrato una discreta diffusione di tali realtà imprenditoriali in tutte le regioni meridionali - con una particolare presenza in Campania e Puglia che contano, entrambe, circa 60 grandi realtà – con un’ampia varietà di settori industriali e del mondo delle costruzioni e dell’energia
  • Il Mezzogiorno contiene quindi tutti gli elementi per fare META (Mare, Energia, Turismo, Ambiente) e contribuire in modo deciso a far vincere al Paese la sfida della ripartenza:
    • Economia del Mare: porti, shipping e logistica sono gli elementi che “muovono” l’economia e che possono favorire la competitività del Paese nel Mediterraneo, in particolare se si confermeranno i processi di Reshoring. Gli scali del Sud rappresentano ad oggi il 47% del traffico nazionale di merci e le navi trasportano il 65% ed il 49% rispettivamente dell’import e dell’export delle industrie del territorio
    • Energia: l’Italia si “rinnova” grazie al Sud dove si concentra il 40,2% delle energie pulite del nostro Paese. In termini di rinnovabili, il Sud vale il 37,4% della potenza fotovoltaica, il 96,5% della potenza eolica ed il 27,2% della potenza degli impianti a bioenergie. Tra le regioni primeggiano Puglia, Sicilia e Campania
    • Turismo: secondo le analisi, nell’anno della pandemia il Mezzogiorno ha rappresentato circa un quarto dei flussi turistici nazionali con oltre 10,7 milioni di arrivi e 40,6 milioni di presenze. Le stime per il 2021 evidenziano una crescita della domanda turistica pari a circa 58,3 milioni di presenze (rappresentando circa il 67% del potenziale espresso nel 2019)
    • Ambiente e Sostenibilità: la Bioeconomia nel Mezzogiorno vale 23,6 miliardi di euro di Valore aggiunto, il 6,7% del totale economia dell’area (6,4% in Italia) ed il 23,6% del dato nazionale. Gli addetti a produzioni bio sono oltre 732mila, pari al 10,7% degli occupati complessivi meridionali (circa 3 p.p. in più rispetto alla media italiana 7,9%) ed a ben il 36,4% del dato nazionale
  • Il percorso futuro di crescita è legato a doppio filo alla capacità del Paese e del Mezzogiorno di utilizzare al meglio le risorse disponibili del PNRR che assegna al Sud circa 82 miliardi di euro e che dovranno essere spesi in modo efficiente ed efficace. Gli obiettivi di spesa dovranno guardare agli scenari competitivi ed alle sfide che interessano il Mediterraneo (in particolare la sponda sud) e l’Europa
  • Per raggiungere gli obiettivi prefissati l’accento va posto su quei settori trasversali che, anche grazie al corretto utilizzo delle risorse disponibili e al completamento delle riforme in essere, rappresentano la linfa vitale della nuova società e leve fondamentali per lo sviluppo: Formazione, Sostenibilità, Innovazione, Digitalizzazione ed Economia Sociale
  • In questi settori il Mezzogiorno evidenzia importanti aree di miglioramento e sfidanti obiettivi di crescita. Il Sud è l’area, ad esempio, con il minor numero percentuale di laureati (16,2% contro il 20,1% in Italia) ma anche con la più alta diffusione delle discipline STEM (scelte dal 25,3% dei giovani contro il 24,6% medio nazionale)
  • Debole è ancora la diffusione dei luoghi del sociale nonostante negli ultimi anni si evidenzia una crescita del numero delle istituzioni non profit (+4,3%, rispetto al +2,6% in Italia)
  • Nei processi innovativi, le regioni meridionali si collocano nella fascia medio-bassa del gruppo dei “Moderate” del Regional Innovation Scoreboard europeo, ma si intravedono alcuni segnali positivi come la diffusione di PMI innovative (418, +77% nell’ultimo biennio, Italia +73%) e Startup innovative (3.378, +33,5% nell’ultimo biennio, Italia +30,9%).
FOCUS: Supply chain, investimenti e prospettive di crescita: il punto di vista delle imprese

L’attività di monitoraggio del sistema produttivo meridionale può contare sullo strumento della survey, utile per cogliere umori e segnali di cambiamento verso un nuovo modello di sviluppo, con al centro innovazione, sostenibilità e ricerca.

Investimenti, PNRR e rapporti internazionali sono i principali temi indagati. Su propensione ad investire e capacità di competere sui mercati internazionali, il sistema produttivo del Mezzogiorno presenta marcate caratteristiche di polarizzazione, con una quota preponderante di imprese che guarda esclusivamente al mercato interno e si connota per un livello insufficiente di investimenti. D’altro canto, per una percentuale consistente di imprese, circa ¼ del totale, le vendite all’estero incidono in modo assolutamente significativo sul fatturato, e il 60% delle imprese dedica risorse importanti ad investimenti innovativi e sostenibili, consapevoli del loro ruolo cruciale per competere sui mercati e migliorare la redditività aziendale.

  • Il 34% delle imprese meridionali ha realizzato investimenti nel triennio 2018-2020, una quota in linea con quella media nazionale (36%). Tuttavia, il 60% (il 54% in Italia) ha investito in modo rilevante, superando il 20% del fatturato aziendale in termini di ammontare
  • Peraltro, gli investimenti nell’ultimo triennio si sono concentrati (per circa il 50%) su innovazione e sostenibilità, in linea con le aree di intervento prioritarie previste all’interno del PNRR, con una prevalenza degli investimenti in digitale (software e system integration, soprattutto)
  • Tra i fattori che favoriscono gli investimenti in innovazione sostenibile, le imprese segnalano ai primi due posti le pressioni esercitate dalla domanda e il miglioramento delle performance aziendali, e solo successivamente la disponibilità di incentivi fiscali
  • La percentuale di imprese meridionali che ha quale riferimento pressoché esclusivo il mercato nazionale, raggiunge il 53% del totale, ma per una quota rilevante di imprese meridionali – circa ¼ del totale – l’incidenza delle vendite all’estero sul fatturato supera il 40%
  • Nei rapporti di fornitura, una percentuale non trascurabile di imprese (il 15% nel Mezzogiorno e il 18% complessivamente in Italia) utilizza input che provengono dall’estero per una quota che supera il 40% del totale. Tra le imprese più grandi, le percentuali di imprese “altamente integrate internazionalmente” salgono al 22% nel Mezzogiorno e al 24% a livello nazionale
  • A causa delle conseguenze della pandemia sull’andamento degli scambi commerciali internazionali, solo il 44% delle imprese meridionali non ha registrato problemi legati alle linee di fornitura, mentre il dato medio nazionale è del 50%. I problemi riscontrati riguardano, in particolare, ritardi e interruzioni delle forniture, e solo marginalmente l’incremento dei costi
  • In risposta a problemi con i fornitori, il 47% degli imprenditori prevede una qualche forma di riconfigurazione dei processi di approvvigionamento. A livello nazionale, la tendenza verso interventi di riconfigurazione dei rapporti di fornitura risulta più sfumata
  • Interessanti le attese per il PNRR: il 54% delle imprese, sia nel Mezzogiorno che mediamente in Italia, intravede opportunità e possibili vantaggi indiretti per la propria azienda e un ulteriore 31% si dichiara pronta a cogliere direttamente i vantaggi che il Piano offrirà.

 

FOCUS: Le grandi industrie nell’Italia meridionale, asset strategico del Paese

In questo contesto di rilancio e resilienza, oltre che di trasformazione con un nuovo Mezzogiorno in prospettiva, la grande impresa assume un ruolo centrale. Senza tralasciare l’importanza delle PMI, è innegabile la capacità che la grande impresa ha in termini di investimento e di ricerca, nonché la rilevanza del suo ruolo nella gestione delle filiere produttive nazionali e internazionali.

Il Mezzogiorno è ben presente:

  • Nel quadro europeo, il Sud potrebbe essere considerato l’8° Paese dell’Unione (compreso il Regno Unito) per numero di imprese manifatturiere
  • Da un’analisi non esaustiva emerge un panorama molto ricco di medio/grandi imprese, con la presenza di realtà nazionali ed internazionali
  • Guardando al numero di occupati e limitatamente agli stabilimenti da 1.000 addetti in su e alle società con più di 1.000 dipendenti (impiegati però anche in altri contesti italiani ed esteri), essi nel 2019 ammontano a poco più di 124.000 unità
  • In riferimento al fatturato/valore della produzione, invece, considerando le aziende con sede legale nel Mezzogiorno che nel 2019 hanno superato i 1.000 milioni di euro, si raggiunge una cifra pari a poco più di 30 miliardi
  • Si rileva una buona presenza di grandi imprese in tutte le regioni meridionali - con una particolare presenza in Campania e Puglia che contano, entrambe, circa 60 grandi realtà – con la rappresentatività di un’ampia varietà di settori industriali e del mondo delle costruzioni e dell’energia.
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