INTESA SANPAOLO: RISULTATI CONSOLIDATI AL 31 MARZO 2010
- Utile netto del primo trimestre 2010: 688 mln. di euro, +26,7% rispetto ai 543 mln. del quarto trimestre 2009 e -36% rispetto ai 1.075 mln. del primo trimestre 2009.
- Utile netto normalizzato(*) : 710 mln., +76,2% rispetto ai 403 mln. del quarto trimestre 2009 e +10,2% rispetto ai 644 mln. del primo trimestre 2009.
- Risultato corrente al lordo delle imposte: 1.141 mln., +24,6% rispetto ai 916 mln. del quarto trimestre 2009 e +19,5% rispetto ai 955 mln. del primo trimestre 2009.
- Risultato della gestione operativa: 1.976 mln., +14,4% rispetto ai 1.727 mln. del quarto trimestre 2009 e +12% rispetto ai 1.764 mln. del primo trimestre 2009.
- Proventi operativi netti: 4.223 mln., -1,2% rispetto ai 4.273 mln. del quarto trimestre 2009 e +4% rispetto ai 4.061 mln. del primo trimestre 2009.
- Oneri operativi: 2.247 mln., -11,7% rispetto ai 2.546 mln. del quarto trimestre 2009 e -2,2% rispetto ai 2.297 mln. del primo trimestre 2009.
- Coefficienti patrimoniali al 31 marzo 2010: Tier 1 ratio all’ 8,5%.
Torino, Milano, 14 maggio 2010 – Si è riunito oggi sotto la presidenza di Andrea Beltratti il Consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo, che ha approvato il resoconto intermedio consolidato al 31 marzo 2010 (1).
Intesa Sanpaolo nel primo trimestre 2010 ha continuato ad attuare le linee d’azione aventi come obiettivo prioritario la redditività sostenibile determinata dalle scelte strategiche riguardanti non solo i ricavi e i costi ma anche la liquidità, la solidità e il basso profilo di rischio, che hanno contraddistinto la gestione del Gruppo soprattutto nel contesto di crisi dei mercati finanziari internazionali avviatasi dal secondo semestre 2007 e che si confermano opportune anche alla luce delle recenti tensioni manifestatesi nell’area dei Paesi aderenti all’euro.
Le connesse politiche gestionali orientate al medio periodo hanno consentito al Gruppo di registrare nel primo trimestre del 2010 rispetto al corrispondente trimestre del 2009:
- ricavi in crescita, nonostante l’impatto negativo derivante dal progressivo calo dei tassi euribor, che hanno raggiunto il minimo storico penalizzando il margine d’interesse, e dall’abolizione della commissione di massimo scoperto, a fronte di politiche aziendali orientate a relazioni di lungo periodo con la clientela che hanno condotto a una significativa ripresa delle commissioni;
- costi operativi in calo, in continuità con la tendenza che ha caratterizzato Intesa Sanpaolo nei tre anni precedenti, ossia in tutti gli esercizi dalla fusione che ha costituito il Gruppo;
- rettifiche su crediti in linea, tenendo presente che il primo trimestre del 2009 aveva registrato un livello di rettifiche significativamente inferiore - per quanto elevato - rispetto ai successivi trimestri dell’anno.
Il che si è riflesso nella generazione di una redditività continua e robusta, con un utile netto consolidato del Gruppo Intesa Sanpaolo nel primo trimestre 2010 pari a 688 milioni di euro, rispetto ai 543 milioni del quarto trimestre 2009 (+26,7%), ai 674 milioni del terzo trimestre 2009, ai 513 milioni del secondo trimestre 2009 e ai 1.075 milioni del primo trimestre 2009 (che aveva beneficiato di 511 milioni di rilascio di imposte differite).
L’utile netto consolidato normalizzato - calcolato escludendo le principali componenti non ricorrenti (*) - è ammontato nel primo trimestre 2010 a 710 milioni di euro, rispetto ai 403 milioni del quarto trimestre 2009 (+76,2%), agli 816 milioni del terzo trimestre 2009, ai 728 milioni del secondo trimestre 2009 e ai 644 milioni del primo trimestre 2009 (+10,2%).
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(*) Nota metodologica sul calcolo dell’utile netto normalizzato a pagina 10.
(1) Nota metodologica sul perimetro di consolidamento a pagina 10.
I risultati di conto economico del primo trimestre 2010
Il conto economico consolidato del primo trimestre 2010 (2) registra proventi operativi netti pari a 4.223 milioni di euro, in flessione dell’ 1,2% rispetto ai 4.273 milioni del quarto trimestre 2009 e in crescita del 4% rispetto ai 4.061 milioni del primo trimestre 2009.
In quest’ambito, nel primo trimestre 2010 gli interessi netti ammontano a 2.407 milioni, in diminuzione del 3,2% rispetto ai 2.487 milioni del quarto trimestre 2009 e del 9,5% rispetto ai 2.659 milioni del primo trimestre 2009. La diminuzione è stata principalmente determinata dal continuo rilevante calo dei tassi euribor, che ha particolarmente penalizzato il margine d’interesse - data la decisione strategica di continuare a privilegiare il rafforzamento della liquidità del Gruppo in un contesto economico contraddistinto da una perdurante elevata incertezza, ulteriormente comprovata dalle recenti tensioni nell’area euro - nonostante l’attenta gestione delle condizioni e l’adozione di misure di parziale protezione dalla riduzione dei tassi d’interesse. Al calo rispetto al primo trimestre 2009 ha concorso anche l’abolizione - con decorrenza dal terzo trimestre 2009 - della commissione di massimo scoperto, con un impatto di 93 milioni di euro.
Le commissioni nette sono pari a 1.403 milioni di euro, in flessione del 6,3% rispetto ai 1.497 milioni del quarto trimestre 2009 e in aumento del 15,4% rispetto ai 1.216 milioni del primo trimestre 2009. Rispetto al quarto trimestre 2009, si registrano commissioni da attività bancaria commerciale in diminuzione del 7,4% e commissioni da attività di gestione, intermediazione e consulenza (risparmio gestito, prodotti assicurativi, collocamento titoli,...) in riduzione dell’ 8,4% per effetto del venir meno di circa 60 milioni di euro di commissioni di performance registrate nell’ultimo trimestre dello scorso esercizio. Rispetto al primo trimestre 2009, si registra una crescita del 9,6% delle commissioni da attività bancaria commerciale (anche a seguito di 28 milioni di beneficio derivante dall’introduzione della commissione di disponibilità fondi) e un aumento del 29,8% di quelle da attività di gestione, intermediazione e consulenza, nel cui ambito la componente relativa a intermediazione e collocamento di titoli più che raddoppia, quella relativa ai prodotti assicurativi cresce del 21,6% e quella relativa al risparmio gestito aumenta del 19,6%.
Il risultato dell’attività di negoziazione è pari a 218 milioni di euro (inclusivo di un effetto positivo di 27 milioni per i prodotti strutturati di credito), rispetto ai 129 milioni del quarto trimestre 2009 (che includeva un effetto positivo di 10 milioni per i prodotti strutturati di credito), e ai 107 milioni del primo trimestre 2009 (che aveva registrato un effetto negativo di 79 milioni per i prodotti strutturati di credito). La componente costituita da proprietary trading, tesoreria e prodotti strutturati di credito rappresenta meno dell’ 1% dei ricavi complessivi del Gruppo. Senza la riclassificazione IAS di attività finanziarie detenute ai fini di negoziazione a finanziamenti e crediti e ad attività finanziarie disponibili per la vendita, si sarebbe registrato un impatto positivo ante imposte sul risultato dell’attività di negoziazione pari a 84 milioni.
Il risultato dell’attività assicurativa ammonta a 166 milioni di euro, rispetto ai 133 milioni del quarto trimestre 2009 e ai 64 milioni del primo trimestre 2009.
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(2) In occasione della redazione del resoconto intermedio al 30 settembre 2008, sono intervenute - a seguito della crisi finanziaria internazionale - alcune modifiche nei principi contabili internazionali IAS, omologate dalla Commissione Europea, che in estrema sintesi hanno consentito di riclassificare - in determinate circostanze che si configurino come eventi inusuali - strumenti finanziari non quotati, o non più quotati, in un mercato attivo e non più detenuti per finalità di negoziazione o disponibili per la vendita: in particolare dalla categoria degli strumenti di trading a quella delle attività disponibili per la vendita o delle attività detenute fino alla scadenza o dei finanziamenti e crediti e dalla categoria delle attività disponibili per la vendita a quella dei finanziamenti e crediti. Il Gruppo ha effettuato - in larga misura sulla base dei prezzi al 1° luglio 2008 - una riclassificazione di attività finanziarie detenute ai fini di negoziazione per 3.572 milioni a finanziamenti e crediti e per 217 milioni ad attività finanziarie disponibili per la vendita, senza la quale si sarebbe registrato un impatto positivo ante imposte sul risultato dell’attività di negoziazione del primo trimestre 2010 pari a 84 milioni (un impatto positivo di 72 milioni nell’esercizio 2009 e negativo di 459 milioni nell’esercizio 2008); il Gruppo ha anche effettuato una riclassificazione di attività finanziarie disponibili per la vendita per 6.384 milioni a finanziamenti e crediti. Senza queste riclassificazioni si sarebbe registrato un impatto negativo ante imposte direttamente sul patrimonio netto al 31 marzo 2010 pari a 809 milioni (con un impatto negativo di 199 milioni nel primo trimestre 2010).
Gli oneri operativi ammontano a 2.247 milioni di euro, con un calo dell’ 11,7% rispetto ai 2.546 milioni del quarto trimestre 2009, che risentivano della stagionalità di fine anno, a seguito di una diminuzione del 5,9% per le spese del personale, del 17,3% per le spese amministrative e del 29,2% per gli ammortamenti. Rispetto ai 2.297 milioni del primo trimestre 2009, si registra una riduzione del 2,2%, determinata dalle spese del personale (-1,4%), dalle spese amministrative (-2,3%) e dagli ammortamenti (-8,3%).
Conseguentemente, il risultato della gestione operativa ammonta a 1.976 milioni di euro, in crescita del 14,4% rispetto ai 1.727 milioni del quarto trimestre 2009 e del 12% rispetto ai 1.764 milioni del primo trimestre 2009, con un cost/income ratio nel primo trimestre 2010 in miglioramento al 53,2% rispetto al 59,6% del quarto trimestre 2009 e al 56,6% del primo trimestre 2009.
Nel primo trimestre 2010 non si registrano rettifiche di valore dell’avviamento, così come nel quarto e nel primo trimestre 2009.
Il complesso degli accantonamenti e delle rettifiche di valore nette (accantonamenti per rischi e oneri, rettifiche su crediti e rettifiche su altre attività) è pari a 845 milioni di euro, rispetto ai 1.328 milioni del quarto trimestre 2009 e agli 809 milioni del primo trimestre 2009. Gli accantonamenti per rischi e oneri ammontano a 86 milioni rispetto ai 99 milioni del quarto trimestre 2009 e ai 69 milioni del primo trimestre 2009; le rettifiche nette su crediti sono pari a 754 milioni, in confronto ai 1.069 milioni del quarto trimestre 2009 e ai 733 milioni del primo trimestre 2009; le rettifiche nette su altre attività sono pari a 5 milioni, rispetto ai 160 milioni del quarto trimestre 2009 e ai 7 milioni del primo trimestre 2009.
La voce utili/perdite su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti registra un saldo positivo di 10 milioni di euro, rispetto ai 517 milioni del quarto trimestre 2009 (dovuto alle plusvalenze derivanti dalla cessione di Findomestic per 439 milioni (3) e da Esaote per 70 milioni) e al saldo nullo del primo trimestre 2009.
Il risultato corrente al lordo delle imposte è pari a 1.141 milioni di euro, in crescita del 24,6% rispetto ai 916 milioni del quarto trimestre 2009 e del 19,5% rispetto ai 955 milioni del primo trimestre 2009.
Il risultato netto consolidato è pari a 688 milioni di euro - in confronto ai 543 milioni del quarto trimestre 2009 (+26,7%) e ai 1.075 milioni del primo trimestre 2009 (che aveva beneficiato di 511 milioni di rilascio di imposte differite) - dopo la contabilizzazione di:
- imposte per 351 milioni di euro (che beneficiano di 86 milioni di rilascio di imposte differite);
- oneri di integrazione connessi alla fusione (al netto delle imposte) per 16 milioni;
- oneri derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione (al netto delle imposte) per 92 milioni;
- un utile dei gruppi di attività in via di dismissione (al netto delle imposte) per 28 milioni;
- una quota di pertinenza di terzi per 22 milioni.
Se si escludono le principali componenti non ricorrenti, il risultato netto nel primo trimestre 2010 è pari a 710 milioni di euro, in crescita del 76,2% rispetto ai 403 milioni del quarto trimestre 2009 e del 10,2% rispetto ai 644 milioni del primo trimestre 2009.
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(3) Di cui 282 milioni derivanti dalla cessione della prima quota del 25% e 157 milioni dalla valutazione al fair value della seconda quota del 25% sulla base del valore minimo del contratto che ne prevede la cessione nel 2011-2013.
Lo stato patrimoniale al 31 marzo 2010
Per quanto riguarda lo stato patrimoniale consolidato, al 31 marzo 2010 i crediti verso la clientela raggiungono i 369 miliardi di euro, in flessione del 4,4% rispetto al 31 marzo 2009 (del 6,3% se si considerano i volumi medi anziché quelli di fine periodo) e dell’ 1,2% rispetto al 31 dicembre 2009. Il complesso dei crediti deteriorati (in sofferenza, incagliati, ristrutturati e scaduti/sconfinanti) ammonta - al netto delle rettifiche di valore - a 21.038 milioni di euro, in aumento del 2,9% rispetto ai 20.445 milioni del 31 dicembre 2009. In quest’ambito, i crediti in sofferenza registrano un aumento da 5.365 a 5.881 milioni di euro, con un’incidenza sui crediti complessivi pari all’ 1,6% (1,4% al 31 dicembre 2009) e un grado di copertura del 67% (in linea con quella di fine 2009). Considerando, oltre alle rettifiche specifiche, anche il valore delle garanzie reali e personali relative alle sofferenze, il grado di copertura complessivo delle stesse è pari al 124%. Gli incagli diminuiscono da 10.370 a 9.756 milioni, i ristrutturati crescono da 2.293 a 3.131 milioni e i crediti scaduti/sconfinanti si riducono da 2.417 a 2.270 milioni.
Le attività finanziarie della clientela risultano pari a 831 miliardi di euro (dopo le elisioni per le componenti che costituiscono sia raccolta diretta sia raccolta indiretta), in crescita del 3,5% rispetto al 31 marzo 2009 e dell’1,9% rispetto al 31 dicembre 2009. Nell’ambito delle attività finanziarie della clientela, la raccolta diretta ammonta a 429 miliardi, in aumento dello 0,4% rispetto al 31 marzo 2009 e dell’ 1,8% rispetto al 31 dicembre 2009; mentre la raccolta indiretta raggiunge i 427 miliardi, in crescita del 6,6% rispetto al 31 marzo 2009 e dell’ 1,8% rispetto a fine 2009. L’ammontare di risparmio gestito è pari a 234 miliardi, in aumento dell’ 11,9% rispetto al 31 marzo 2009 e del 2,6% rispetto a fine 2009; la nuova produzione vita nel primo trimestre 2010 ammonta a 4 miliardi di euro (+158% rispetto al primo trimestre 2009). La raccolta amministrata raggiunge i 193 miliardi, in crescita dello 0,8% rispetto al 31 marzo 2009 e dello 0,9% rispetto al 31 dicembre 2009.
I coefficienti patrimoniali al 31 marzo 2010 sono stati calcolati tenendo conto dei dividendi maturati nel periodo per l’esercizio 2010 - assumendo come tali la quota trimestrale del miliardo di euro di dividendi in pagamento nel 2010 per l’esercizio 2009 - e risultano, applicando le regole di Basilea 2 foundation, pari al 7,2% per il Core Tier 1 ratio (7,1% al 31 dicembre 2009), all’ 8,5% per il Tier 1 ratio (8,4% a fine 2009) e all’ 11,9% per il coefficiente patrimoniale totale (11,8% a fine 2009).
I coefficienti patrimoniali proforma calcolati includendo:
- la cessione dell’attività di securities services in corso di finalizzazione (con un impatto positivo atteso di 37 centesimi di punto sul Core Tier 1 ratio),
- l’acquisizione del 50% di Intesa Vita, in corso di finalizzazione (con un impatto negativo atteso di 7 centesimi di punto sul Core Tier 1 ratio),
- l’acquisto di 50 sportelli, in corso di finalizzazione (con un impatto negativo atteso di 9 centesimi di punto sul Core Tier 1 ratio),
- la cessione della seconda quota del 25% di Findomestic (valutata al valore minimo del contratto, con un impatto positivo atteso di 7 centesimi di punto sul Core Tier 1 ratio),
- l’applicazione di Basilea 2 advanced (con un impatto positivo atteso - soggetto ad approvazione di Banca d’Italia e stimabile sulla base dell’attuale situazione economica - di circa 25 centesimi di punto sul Core Tier 1 ratio conseguibile in larga misura nel 2010),
- le restanti azioni di capital management - tra dismissioni totali o parziali, partnerships, quotazioni, ecc. - riguardanti attività non strategiche, cui si prevede di addivenire a breve termine (con un impatto positivo atteso di almeno 50 centesimi di punto sul Core Tier 1 ratio),
- le ulteriori azioni di capital management attivabili se necessario (con un impatto positivo atteso di almeno 100 centesimi di punto sul Core Tier 1 ratio),
risulterebbero superiori al 9,2% per il Core Tier 1 ratio, al 10,5% per il Tier 1 ratio e al 13,9% per il coefficiente patrimoniale totale, senza tener conto dei benefici attesi dalla cessione di 150-200 filiali a Crédit Agricole, i cui termini e condizioni saranno finalizzati entro il 30 giugno 2010.
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Le scelte strategiche perseguite hanno permesso a Intesa Sanpaolo di confermarsi come uno dei gruppi bancari più solidi a livello internazionale, anche alla luce del recente riacutizzarsi delle tensioni sui mercati finanziari internazionali, i cui punti di forza - oltre a quanto precedentemente detto in merito alla qualità dei crediti e al livello dei coefficienti patrimoniali - sono costituiti da:
- eccellente liquidità:
- posizione netta interbancaria positiva per 3,2 miliardi di euro,
- elevata disponibilità di attivi stanziabili presso le Banche Centrali, attualmente non utilizzati, pari al 31 marzo 2010 a un livello corrispondente a una liquidità di 65 miliardi di euro,
- impieghi alla clientela inferiori alla raccolta da clientela,
- fonti di raccolta stabili e ben diversificate,
- raccolta da clientela (inclusi i titoli emessi) costituita per il 70% dalla componente retail,
- il Gruppo potrebbe eventualmente anche fare a meno del mercato wholesale per la restante parte del 2010, considerando che dei circa 27 miliardi di euro di raccolta a medio-lungo termine in scadenza nella rimanente parte dell’anno 9 miliardi circa sono già stati coperti con pre-funding effettuato nel 2009 e 20 miliardi circa sono retail; - leverage contenuto e adeguata patrimonializzazione:
- leverage molto più basso rispetto agli altri principali gruppi bancari europei,
- il miglior rapporto tra patrimonio netto tangibile e attivo tangibile nel confronto con i principali gruppi bancari europei; - basso profilo di rischio:
- il 63% dei ricavi proviene dall’attività retail in Italia,
- meno dell’ 1% dei ricavi deriva da proprietary trading, tesoreria e prodotti strutturati di credito,
- l’esposizione ai Paesi del Centro-Est Europa è limitata e ben diversificata, con impieghi a clientela nell’area pari complessivamente a solo il 7,5% del portafoglio prestiti del Gruppo e un buon bilanciamento tra raccolta e impieghi con clientela,
- a fine aprile 2010, nel portafoglio titoli di proprietà del Gruppo non erano presenti titoli governativi spagnoli e portoghesi e quelli irlandesi e greci ammontavano rispettivamente a solo circa 240 e 840 milioni di euro.
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Come già dettagliatamente reso noto in occasione della diffusione dei risultati 2007, 2008 e 2009, l’esposizione di Intesa Sanpaolo alla crisi dei mutui americani subprime è solo indiretta, tramite prodotti strutturati di credito, che hanno risentito dell’eccezionale flessione dei prezzi dall’ultimo trimestre del 2007 - con riflessi negativi sul risultato dell’attività di negoziazione, prevalentemente in termini di svalutazioni - fino al primo trimestre 2009, per poi registrare una ripresa - con riflessi positivi sul risultato dell’attività di negoziazione - a partire dal secondo trimestre dello scorso anno, di cui si è detto nel precedente commento ai risultati di conto economico. Il Gruppo ha un’esposizione lorda e netta al rischio verso prodotti strutturati di credito con sottostanti attività US Subprime per 37 milioni di euro al 31 marzo 2010. Un’informativa completa e dettagliata in merito ai prodotti strutturati di credito detenuti dal Gruppo viene riportata - come di consueto - nel resoconto trimestrale approvato dal Consiglio di Gestione nonché nelle specifiche pagine della presentazione dei risultati messa a disposizione del mercato.
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Al 31 marzo 2010, la struttura operativa del Gruppo Intesa Sanpaolo si articola in 7.793 sportelli bancari - di cui 5.921 in Italia e 1.872 all’estero - con 103.651 dipendenti, 67 persone in meno rispetto al 31 dicembre 2009.
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I risultati per area di Business
La Divisione Banca dei Territori include:
- clientela Privati, costituita da famiglie (clienti privati con attività finanziarie fino a 100.000 euro), personal (clienti privati con attività finanziarie da 100.000 euro a un milione di euro), small business (piccole imprese con fatturato inferiore a 2,5 milioni e con accordato inferiore a 1 milione di euro);
- clientela Imprese, costituta da aziende con volume d’affari compreso tra 2,5 e 150 milioni;
- clientela Private, costituita da clienti privati con attività finanziarie per oltre 1 milione di euro.
L’operatività con la clientela Privati e Imprese è realizzata tramite la Capogruppo Intesa Sanpaolo e le banche del Territorio (Banca di Credito Sardo, Banca di Trento e Bolzano, Banco di Napoli, Carifirenze, Casse del Centro, Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna, Cassa di Risparmio del Veneto, Cassa di Risparmio in Bologna, Cassa di Risparmio di Venezia, Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia e Banca dell’Adriatico). Intesa Sanpaolo Private Banking è la società del Gruppo dedicata alla clientela Private. Al servizio degli enti nonprofit è stata costituita nel novembre 2007 Banca Prossima, che opera attraverso le filiali del Gruppo, con presidi locali e specialisti dedicati. Nella Divisione sono inoltre incluse società prodotto come Mediocredito Italiano, specializzata nel credito industriale, le compagnie assicurative EurizonVita, Sud Polo Vita, Intesa Vita e Intesa Previdenza, la società fiduciaria SIREFID e Moneta, società specializzata nel credito al consumo e, tramite la controllata Setefi, nella gestione dei pagamenti elettronici.
La Divisione Banca dei Territori nel primo trimestre 2010 registra:
- proventi operativi netti per 2.480 milioni di euro, in flessione dell’ 1% rispetto ai 2.504 milioni del quarto trimestre 2009 e pressoché in linea con i 2.490 milioni del primo trimestre 2009, pari al 59% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (61% nel primo trimestre 2009);
- oneri operativi per 1.415 milioni, in calo dell’ 11,5% rispetto ai 1.599 milioni del quarto trimestre 2009 e del 2,7% rispetto ai 1.455 milioni del primo trimestre 2009;
- un risultato della gestione operativa di 1.065 milioni, in crescita del 17,7% rispetto ai 905 milioni del quarto trimestre 2009 e del 2,9% rispetto ai 1.035 milioni del primo trimestre 2009;
- un cost/income ratio in miglioramento al 57,1% dal 63,9% del quarto trimestre 2009 e dal 58,4% del primo trimestre 2009;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 497 milioni, rispetto ai 718 milioni del quarto trimestre 2009 e ai 386 milioni del primo trimestre 2009;
- utili su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti nulli, rispetto ai 420 milioni del quarto trimestre 2009 e a un saldo anch’esso nullo nel primo trimestre 2009;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 568 milioni, in diminuzione del 6,6% rispetto ai 608 milioni del quarto trimestre 2009 e del 12,5% rispetto ai 649 milioni del primo trimestre 2009;
- un risultato netto di 277 milioni, in diminuzione del 16,8% rispetto ai 333 milioni del quarto trimestre 2009 e in crescita del 3% rispetto ai 269 milioni del primo trimestre 2009.
Eurizon Capital è la società, in crescente sinergia con la Divisione Banca dei Territori, dedicata a fornire prodotti di risparmio gestito di tipo collettivo e individuale alle reti bancarie interne al Gruppo, nonché a sviluppare la presenza nel segmento dell’ “architettura aperta” attraverso specifici accordi di distribuzione con altre reti e investitori istituzionali. Ad Eurizon Capital fanno capo le controllate Eurizon Capital (Lussemburgo) ed Eurizon A.I., preposte alla promozione e alla gestione, rispettivamente, di fondi di diritto lussemburghese e di fondi alternativi, e il 49% della società cinese di asset management Penghua Fund Management.
Eurizon Capital nel primo trimestre 2010 registra:
- proventi operativi netti per 67 milioni di euro, dimezzatisi rispetto ai 132 milioni del quarto trimestre 2009 (che includevano circa 60 milioni di commissioni di performance) e in linea con i 68 milioni del primo trimestre 2009, pari al 2% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (incidenza invariata rispetto al primo trimestre 2009);
- oneri operativi per 34 milioni, in diminuzione del 26,2% rispetto ai 46 milioni del quarto trimestre 2009 e in aumento del 13,3% rispetto ai 30 milioni del primo trimestre 2009;
- un risultato della gestione operativa per 33 milioni, in diminuzione del 61,7% rispetto agli 86 milioni del quarto trimestre 2009 e del 13,2% rispetto ai 38 milioni del primo trimestre 2009;
- un cost/income ratio al 50,7% rispetto al 34,8% del quarto trimestre 2009 e al 44,1% del primo trimestre 2009;
- un risultato corrente al lordo delle imposte pari a 33 milioni, in diminuzione del 59,9% rispetto agli 82 milioni del quarto trimestre 2009 e del 13,2% rispetto ai 38 milioni del primo trimestre 2009;
- un risultato netto di 16 milioni, in diminuzione del 69,6% rispetto ai 53 milioni del quarto trimestre 2009 e del 5,9% rispetto ai 17 milioni del primo trimestre 2009.
La Divisione Corporate & Investment Banking comprende:
- Large & International Corporate, cui compete la relazione con i grandi gruppi italiani (imprese prevalentemente con fatturato superiore a 500 milioni di euro) e con la clientela corporate estera;
- Mid Corporate, cui compete la relazione con le imprese italiane con fatturato superiore a 150 milioni e prevalentemente fino a 500 milioni;
- Global Services, cui è affidata la responsabilità delle filiali estere, degli uffici di rappresentanza e delle società estere corporate (Société Européenne de Banque e Intesa Sanpaolo Bank Ireland), nonché l’assistenza specialistica per il sostegno ai processi di internazionalizzazione delle aziende italiane e per il sostegno all’export;
- Financial Institutions, cui compete la relazione con le istituzioni finanziarie italiane ed estere, la gestione dei servizi transazionali nell’ambito dei sistemi di pagamento, della custodia e del regolamento titoli, di banca depositaria e corrispondente, nel cui ambito rientra il ramo di attività di securities services per il quale è in corso di finalizzazione la cessione;
- Banca IMI, deputata all’attività di investment banking, ossia di realizzazione di prodotti di finanza strutturata e di consulenza nel campo del M&A per la clientela del Gruppo, e a quella di capital markets per i clienti del Gruppo e gli operatori istituzionali nelle attività di market making;
- Merchant Banking, che opera nel comparto del private equity anche tramite le società Private Equity International (PEI) e IMI Investimenti.
Nel perimetro della Divisione rientrano inoltre l’attività di Leasint, Mediofactoring e quella di gestione del portafoglio proprietario del Gruppo.
La Divisione Corporate e Investment Banking nel primo trimestre 2010 registra:
- proventi operativi netti per 952 milioni di euro, in aumento del 5,9% rispetto agli 899 milioni del quarto trimestre 2009 e del 24,3% rispetto ai 766 milioni del primo trimestre 2009, pari al 23% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (19% nel primo trimestre 2009);
- oneri operativi per 208 milioni, in calo del 18,2% rispetto ai 254 milioni del quarto trimestre 2009 e del 3,7% rispetto ai 216 milioni del primo trimestre 2009;
- un risultato della gestione operativa di 744 milioni, in crescita del 15,4% rispetto ai 645 milioni del quarto trimestre 2009 e del 35,3% rispetto ai 550 milioni del primo trimestre 2009;
- un cost/income ratio in miglioramento al 21,8% rispetto al 28,3% del quarto trimestre 2009 e al 28,2% del primo trimestre 2009;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 105 milioni, rispetto ai 292 milioni del quarto trimestre 2009 e ai 197 milioni del primo trimestre 2009;
- utili su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti nulli rispetto ai 71 milioni del quarto trimestre 2009 e a un saldo anch’esso nullo nel primo trimestre 2009;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 639 milioni, in aumento del 50,8% rispetto ai 424 milioni del quarto trimestre 2009 e dell’ 81,5% rispetto ai 352 milioni del primo trimestre 2009;
- un risultato netto di 418 milioni, in crescita del 19,4% rispetto ai 350 milioni del quarto trimestre 2009 e pressoché raddoppiato rispetto ai 215 milioni del primo trimestre 2009.
Public Finance ha il compito di servire la clientela Stato, enti pubblici, enti locali, public utilities, general contractor e sanità pubblica e privata, sviluppando le attività di finanziamento e l’operatività bancaria corrente, la finanza di progetto, le cartolarizzazioni e la consulenza di carattere finanziario, con l'obiettivo di favorire la collaborazione tra pubblico e privato e di assistere le iniziative e i progetti di investimento nelle grandi infrastrutture, la sanità, la ricerca e la pubblica utilità in genere. L’attività è svolta tramite Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo.
Public Finance nel primo trimestre 2010 registra:
- proventi operativi netti per 75 milioni di euro, pari al 2% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (3% nel primo trimestre 2009), con un aumento del 4,9% rispetto ai 71 milioni del quarto trimestre 2009 e una diminuzione del 33% rispetto ai 112 milioni del primo trimestre 2009 dovuta alla contrazione degli spread;
- oneri operativi per 20 milioni, in diminuzione del 7,3% rispetto ai 22 milioni del quarto trimestre 2009 e in linea con il primo trimestre 2009;
- un risultato della gestione operativa di 55 milioni, in aumento del 10,2% rispetto a 50 milioni del quarto trimestre 2009 e in calo del 40,2% rispetto ai 92 milioni del primo trimestre 2009;
- un cost/income ratio pari al 26,7%, rispetto al 30,2% del quarto trimestre 2009 e al 17,9% del primo trimestre 2009;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette di 6 milioni, rispetto ai 48 milioni del quarto trimestre 2009 e ai 3 milioni del primo trimestre 2009;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 49 milioni, rispetto ai 2 milioni del quarto trimestre 2009 e agli 89 milioni del primo trimestre 2009;
- un risultato netto di 29 milioni, rispetto ai 12 milioni del quarto trimestre 2009 e ai 52 milioni del primo trimestre 2009.
La Divisione Banche Estere presidia l’attività del Gruppo sui mercati esteri nei quali è presente tramite banche commerciali controllate e partecipate, fornisce indirizzo, coordinamento e supporto alle controllate estere che svolgono prevalentemente attività bancaria retail; è responsabile della definizione delle linee strategiche di sviluppo del Gruppo relativamente alla presenza diretta sui mercati esteri, con esplorazione sistematica e analisi di nuove opportunità di crescita sui mercati già presidiati e su nuovi mercati, del coordinamento dell’operatività delle banche estere e della gestione delle relazioni delle banche estere con le strutture centralizzate della Capogruppo e con le filiali o altri uffici esteri della Divisione Corporate e Investment Banking. La Divisione è strutturata in tre Direzioni, a presidio dei diversi ambiti geografici in cui opera: i) la Direzione Area Banche SEE, cui fanno capo le partecipazioni nelle banche operanti in Europa Sud Orientale, Privredna Banka Zagreb in Croazia, Banca Intesa Beograd in Serbia, Intesa Sanpaolo Banka Bosna i Hercegovina in Bosnia-Erzegovina, Intesa Sanpaolo Bank Albania e Intesa Sanpaolo Bank Romania; ii) la Direzione Area Banche CEE, cui fanno capo le partecipazioni nelle banche operanti in Europa Centro Orientale, Banka Koper in Slovenia, VUB Banka in Slovacchia, CIB Bank in Ungheria; iii) la Direzione Aree Banche CIS e South Mediterranean, cui fanno capo le controllate Banca Intesa nella Federazione Russa, Pravex-Bank in Ucraina e Bank of Alexandria in Egitto.
La Divisione Banche Estere nel primo trimestre 2010 registra:
- proventi operativi netti per 552 milioni di euro, in flessione del 4,4% rispetto ai 577 milioni del quarto trimestre 2009 e in crescita del 3,2% rispetto ai 535 milioni del primo trimestre 2009, pari al 13% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (incidenza invariata rispetto al primo trimestre 2009);
- oneri operativi per 280 milioni, in flessione dell’ 1,3% rispetto ai 284 milioni del quarto trimestre 2009 e del 2,1% rispetto ai 286 milioni del primo trimestre 2009;
- un risultato della gestione operativa di 272 milioni, in diminuzione del 7,3% rispetto ai 293 milioni del quarto trimestre 2009 e in crescita del 9,2% rispetto ai 249 milioni del primo trimestre 2009;
- un cost/income ratio al 50,7%, rispetto al 49,2% del quarto trimestre 2009 e al 53,5% del primo trimestre 2009;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 132 milioni, rispetto ai 174 milioni del quarto trimestre 2009 e ai 145 milioni del primo trimestre 2009;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 141 milioni, in aumento del 16,7% rispetto ai 121 milioni del quarto trimestre 2009 e del 34,3% rispetto ai 105 milioni del primo trimestre 2009;
- un risultato netto di 113 milioni, in linea con i 114 milioni del quarto trimestre 2009 e in crescita del 31,4% rispetto agli 86 milioni del primo trimestre 2009.
Banca Fideuram, tramite la propria rete di private bankers, svolge attività di asset gathering al servizio della clientela con un potenziale di risparmio medio/alto e nel primo trimestre 2010 registra:
- proventi operativi netti per 176 milioni di euro, in aumento del 5,1% rispetto ai 167 milioni del quarto trimestre 2009 e del 15,8% rispetto ai 152 milioni del primo trimestre 2009, pari al 4% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (incidenza invariata rispetto al primo trimestre 2009);
- oneri operativi per 80 milioni, in diminuzione del 4,6% rispetto agli 84 milioni del quarto trimestre 2009 e in linea con i 79 milioni del primo trimestre 2009;
- un risultato della gestione operativa di 96 milioni, in crescita del 14,9% rispetto agli 84 milioni del quarto trimestre 2009 e del 31,5% rispetto ai 73 milioni del primo trimestre 2009;
- un cost/income ratio in miglioramento al 45,5%, rispetto al 50,1% del quarto trimestre 2009 e al 52% del primo trimestre 2009;
- accantonamenti e rettifiche nette per 11 milioni, rispetto ai 15 milioni del quarto trimestre 2009 e agli 11 milioni del primo trimestre 2009;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 85 milioni, in aumento del 22,4% rispetto ai 69 milioni del quarto trimestre 2009 e del 37,1% rispetto ai 62 milioni del primo trimestre 2009;
- un risultato netto di 43 milioni, rispetto ai 26 milioni del quarto trimestre 2009 e ai 27 milioni del primo trimestre 2009; escludendo l’effetto degli oneri derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione, il risultato netto del primo trimestre 2010 sarebbe di 64 milioni, rispetto ai 47 milioni del quarto trimestre 2009 e ai 48 milioni del primo trimestre 2009.
Le prospettive per l’esercizio in corso
Il Gruppo nell’esercizio in corso continuerà ad attuare le consolidate linee d’azione volte a preservare una redditività sostenibile nel medio periodo: lo sviluppo dell’attività fondata sulla relazione di lungo periodo con la clientela, l’ottimizzazione dell’efficienza - calibrando controllo dei costi e investimenti - e il presidio della qualità del credito, della liquidità e della patrimonializzazione.
Anche alla luce dei risultati del primo trimestre dell’anno, si ritiene che il Gruppo nel 2010 possa registrare, rispetto al 2009, proventi operativi netti in recupero, oneri operativi in diminuzione e un costo del cattivo credito in leggero calo, con un conseguente miglioramento della redditività dell’operatività ordinaria e dell’utile netto, considerando gli oneri di integrazione in significativa diminuzione e le plusvalenze derivanti dalle azioni di capital management in corso di finalizzazione.
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Ai fini di comparabilità dei risultati, i dati di conto economico del 2009 sono stati riesposti a seguito principalmente della cessione in corso dell’attività di securities services, il cui accordo di compravendita è stato firmato nel dicembre 2009: per i primi tre trimestri del 2009 le relative componenti sono state deconsolidate linea per linea, attribuendo il relativo apporto in termini di utile netto agli utili dei gruppi di attività in via di dismissione.
Sempre ai fini di comparabilità dei risultati, i dati di stato patrimoniale dei primi tre trimestri 2009 sono stati riesposti deconsolidando linea per linea le componenti relative all’attività di securities services e attribuendo il relativo apporto alle pertinenti voci di attivo e passivo concernenti i gruppi di attività in via di dismissione.
Inoltre, i dati di conto economico e di stato patrimoniale del 2009 relativi alle aree di Business sono stati riesposti a seguito della divisionalizzazione degli apporti del Gruppo Banca CR Firenze, inclusivo di Casse del Centro, in precedenza interamente attribuiti alla Divisione Banca dei Territori.
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L’utile netto normalizzato è stato calcolato escludendo le principali componenti non ricorrenti costituite da:
nel primo trimestre 2010: 1) 86 milioni di beneficio fiscale derivante dal rilascio di imposte differite connesso all’affrancamento dell’avviamento da parte di alcune controllate, inclusi nelle imposte sul reddito dell’attività corrente, 2) 23 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 16 milioni e 3) 92 milioni di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione;
nel primo trimestre 2009: 1) 511 milioni di beneficio fiscale derivante dal rilascio di imposte differite connesso all’affrancamento delle attività immateriali a vita definita e del brand name, inclusi nelle imposte sul reddito dell’attività corrente, 2) 68 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 48 milioni, 3) 95 milioni di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione e 4) 83 milioni di plusvalenze derivanti dalla cessione di CR Orvieto e di 17 sportelli e relative imposte, che portano a una plusvalenza netta di 63 milioni inclusa nell’utile dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte;
nel secondo trimestre 2009: 1) 72 milioni di impairment inclusi nelle rettifiche di valore nette su altre attività, 2) 60 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 38 milioni, e 3) 102 milioni di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione;
nel terzo trimestre 2009: 1) 61 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 44 milioni, e 2) 98 milioni di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione;
nel quarto trimestre 2009: 1) 51 milioni rivenienti dalla transazione IMI-SIR inclusi negli altri proventi di gestione e relative imposte, 2) 160 milioni di impairment inclusi nelle rettifiche nette di valore su altre attività, 3) plusvalenze per 439 milioni derivanti dalla cessione di Findomestic e per 70 milioni derivanti da Esaote incluse negli utili su attività detenute sino a scadenza e relative imposte, 4) 130 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 84 milioni, 5) 90 milioni di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione e 6) 60 milioni di pertinenza di terzi della predetta plusvalenza di 439 milioni derivante dalla cessione di Findomestic inclusi nell’utile di pertinenza di terzi.
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Allo scopo di consentire una più completa informativa sui risultati conseguiti nel primo trimestre del 2010, si allegano i prospetti relativi al conto economico e allo stato patrimoniale consolidati riclassificati inclusi nel resoconto approvato dal Consiglio di Gestione. Si precisa che tali prospetti e il resoconto trimestrale non sono oggetto di verifica da parte della società di revisione.
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Il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Ernesto Riva, dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza che l’informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili.
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Questo comunicato stampa contiene previsioni e stime che riflettono le attuali opinioni del management Intesa Sanpaolo in merito ad eventi futuri. Previsioni e stime sono in genere identificate da espressioni come “è possibile,” “si dovrebbe,” “si prevede,” “ci si attende,” “si stima,” “si ritiene,” “si intende,” “si progetta,” “obiettivo” oppure dall’uso negativo di queste espressioni o da altre varianti di tali espressioni oppure dall’uso di terminologia comparabile. Queste previsioni e stime comprendono, ma non si limitano a, tutte le informazioni diverse dai dati di fatto, incluse, senza limitazione, quelle relative alla posizione finanziaria futura di Intesa Sanpaolo e ai risultati operativi, la strategia, i piani, gli obiettivi e gli sviluppi futuri nei mercati in cui Intesa Sanpaolo opera o intende operare.
La capacità del Gruppo Intesa Sanpaolo di raggiungere i risultati previsti dipende da molti fattori al di fuori del controllo del management. I risultati effettivi possono differire significativamente (ed essere più negativi di) da quelli previsti o impliciti nei dati previsionali. Tali previsioni e stime comportano rischi ed incertezze che potrebbero avere un impatto significativo sui risultati attesi e si fondano su assunti di base.
I seguenti rilevanti fattori potrebbero far sì che i risultati effettivi del Gruppo differiscano significativamente da quelli previsti o impliciti nei dati previsionali:
• la capacità del Gruppo di integrare con successo dipendenti, prodotti, servizi e sistemi nell’ambito di fusioni e acquisizioni;
• l'effetto delle decisioni delle autorità di vigilanza e dei cambiamenti nel quadro normativo;
• l'effetto degli sviluppi politici ed economici in Italia e negli altri paesi in cui opera il Gruppo;
• l'effetto delle fluttuazioni nei tassi di cambio e di interesse;
• la capacità del Gruppo di ottenere il rendimento atteso dagli investimenti realizzati in Italia e negli altri paesi;
• la capacità del Gruppo di finalizzare azioni di capital management (dismissioni totali o parziali, partnerships, quotazioni, ecc.) riguardanti attività non strategiche.
I fattori suddetti non costituiscono una lista completa. A seguito di tali incertezze e rischi, si avvisano i lettori che non devono fare eccessivo affidamento su tali informazioni di carattere previsionale come previsione di risultati effettivi. Le previsioni e le stime ivi formulate si basano su informazioni a disposizione di Intesa Sanpaolo alla data odierna. Intesa Sanpaolo non si assume alcun obbligo di aggiornare pubblicamente e di rivedere previsioni e stime a seguito della disponibilità di nuove informazioni, di eventi futuri o di altro, fatta salva l’osservanza delle leggi applicabili. Tutte le previsioni e le stime successive, scritte ed orali, attribuibili a Intesa Sanpaolo o a persone che agiscono per conto della stessa sono espressamente qualificate, nella loro interezza, da queste dichiarazioni cautelative.
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Data ultimo aggiornamento 14 maggio 2010 alle ore 13:29